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Processo Ato: Giorgio D'Ambrosio, "non ho comprato esami, avevo voti alti ed un 30 e lode"

L'ex sindaco di Pianella sostiene che ha solo aiutato il Prof. Panzone che è un amico di infanzia

Redazione
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"Non ho comprato nessun esame perchè avevo un buon curriculum con voti alti e anche un 30 e lode. Ho sempre agito nell'interesse dell'Ato e mai per interessi personali. Ho utilizzato la macchina solo per ragioni di servizio cercando, nei miei viaggi a Roma, di concentrare tutti gli impegni legati alle varie cariche che ricoprivo per ridurre le spese. Le cene sono sempre state fatte per motivi di lavoro".

Sono le dichiarazioni spontanee dell'ex presidente dell'Ato ed ex sindaco del Comune di Pianella Giorgio D'Ambrosio rilasciate, oggi, davanti al Tribunale collegiale di Pescara nell'ambito del processo sul cosiddetto "partito dell'acqua" che si sarebbe creato in Abruzzo nell'ambito dell'Ato numero 4 pescarese.

Gli undici imputati sono accusati a vario titolo, di peculato, corruzione, abuso d'ufficio, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità ideologica, distruzione di documenti, truffa ai danni dello Stato e in violazione dell'articolo 97 della Costituzione.

I fatti si riferiscono al periodo tra il 2003 e il mese di dicembre 2007. Nel mirino del pm un utilizzo improprio delle risorse economiche e strutturali dell'Ato per fini propri. L'ex presidente D'Ambrosio, ad esempio, è accusato di aver usato l'auto dell'ente per assolvere ai propri impegni politici a Roma, dove si recava in qualità di parlamentare, con spese a totale carico dell'Ato per ciò che riguarda benzina-telepass e numerose multe al Codice della Strada.

Nel mirino dell'accusa anche un presunto uso improprio della macchina e degli autisti dell'Ato, il pagamento di una serie di multe e le spese di rappresentanza per cene e altre attività conviviali, anche attraverso l'utilizzo di una carta Kalibra, a disposizione dell'ente.

D'Ambrosio, inoltre, è accusato di aver comprato la laurea in Economia e Management con la complicità del professore Luigi Panzone. Relativamente a questa accusa, D'Ambrosio oggi ha detto ai giudici che lui e Panzone sono amici di infanzia:

"siamo entrambi nati a Cerratina. Panzone era in difficoltà economica e mi ha chiesto di aiutarlo. Non avevo liquidi e gli ho girato degli assegni, forse con imprudenza, ma non ho saputo dire di no ad un amico".

D'Ambrosio ha poi aggiunto di avere preso la laurea "come omaggio ai miei genitori contadini". Relativamente alle cene, l'ex presidente dell'Ato ha sostenuto che erano connesse all'attività dell'Ato:

"è vero - ha raccontato - che una volta ci fu una cena di fine anno con i dipendenti, ma anche in quel caso fu fatta per creare maggiore attaccamento all'ente e per creare un clima di maggiore collaborazione".

Il difensore di D'Ambrosio, l'avvocato Amicarelli, ha chiesto l''assoluzione del suo assistito da tutte le accuse. Nella precedente udienza il pm ha chiesto sei anni per D'Ambrosio; cinque anni per il Prof. Luigi Panzone; quattro anni e tre mesi per il dirigente Ato Nino Pagano; un anno e sei mesi ciascuno per l'ex sindaco di Montesilvano (Pescara) Pasquale Cordoma, l'ex sindaco di Francavilla (Chieti) Roberto Angelucci e Gabriele Pasqualone, ex componente cda Ato; un anno per il dirigente Ato Alessandro Antonacci.

Le richieste di condanna riguardano solo alcuni capi di imputazione perchè per altri reati il pm ha chiesto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione o l'assoluzione perchè il fatto non sussiste.

L'accusa ha, inoltre, chiesto il non doversi procedere per prescrizione nei confronti di Vincenzo Di Giamberardino, ex dipendente Ato; e Fabio Ferrante, dipendente Ato. Per Franco Feliciani, ex componente del cda Ato, ha invece chiesto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste da alcuni reati e la prescrizione per altri.

Il pm ha, infine, chiesto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste per l'imprenditore Ercole Cauti. La prossima udienza è stata fissata per il 24 maggio. In quell'occasione sono previste le repliche e la sentenza.

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