Un incontro tra fotografia e scultura, a Ceravento la mostra "Camera"

Dal 25 ottobre al 20 dicembre la bipersonale di Iacopo Pasqui e Fabrizio Simone

Redazione
23/10/2025
Arte
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Un titolo che racchiude un doppio sguardo. "Camera" è al tempo stesso obiettivo e stanza: uno strumento che cattura ciò che sta fuori e uno spazio che accoglie ciò che si muove dentro. La nuova mostra ospitata dalla galleria Ceravento di Pescara, in programma dal 25 ottobre al 20 dicembre, mette in dialogo i lavori di Iacopo Pasqui e Fabrizio Simone, due artisti che, attraverso linguaggi diversi - il primo la fotografia, il secondo la scultura - condividono un approccio sensibile e una ricerca sulla percezione, sul tempo e sulla memoria.

L’evento inaugurale si svolgerà sabato 25 ottobre alle ore 17, alla presenza degli artisti. La mostra sarà poi visitabile dal martedì al venerdì dalle ore 15 alle ore 19 e il sabato su appuntamento.

Le fotografie di Iacopo Pasqui appartengono al progetto Cinema Azzurro, dedicato a un breve tratto di spiaggia familiare osservato nel corso del tempo. Sempre lo stesso luogo, raccontato attraverso stagioni, luci e presenze diverse. In queste immagini, di piccolo formato, l’autore costruisce una sequenza che richiama il ritmo del cinema e la lentezza del ricordo. Ogni scatto diventa un frammento di vissuto, una porzione di memoria in cui la luce trattiene il passaggio delle persone e il respiro del paesaggio.

Le sculture di Fabrizio Simone si presentano come forme organiche e stratificate, in cui la materia diventa racconto e presenza. Realizzate attraverso un lavoro paziente e meticoloso, sono corpi che accolgono, proteggono e trattengono tracce di vita invisibile. Le superfici porose e i volumi morbidi evocano la dimensione del respiro, dell’attesa e dell’ascolto.

"È sorprendente come, pur nascendo da mani diverse, fotografie e sculture sembrino il risultato di un unico lavoro, come se fossero state concepite fianco a fianco - afferma il fondatore di Ceravento, Loris Maccarone - Immagini e scenografie si intrecciano come in un montaggio naturale, parti di una stessa regia. In questo dialogo, fotografie e sculture non si guardano soltanto: respirano insieme. Così 'Camera' diventa un’esperienza bifocale: fotografie e sculture dialogano come luce e materia, immagine e corpo, esterno e interno. Un cinema senza sedie, dove lo spettatore non assiste, ma entra nella proiezione di un racconto che continua a vivere anche ad occhi chiusi".

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